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Assesempione.info:
Legnano - «Volevamo mostrare la varietà di stili della musica barocca, per sfatare un luogo comune sulla sua monotonia, diffuso anche tra molti ascoltatori». Così il Maestro Daniele Balleello ha motivato le ragioni della scelta del programma di questo primo concerto della stagione 2015-16 dell'
Orchestra Città di Legnano "Franz Joseph Haydn", durante l'abituale conferenza pubblica di presentazione del concerto. E la serata di sabato 21 ha confermato tutto ciò, aprendo una finestra su un gruppo di pezzi composti in un periodo abbastanza ristretto, a cavallo tra la fine del '600 ed il principio del '700, ma decisivo per la storia della musica "classica" almeno fino al secolo scorso. Insomma, il nostro attento pubblico ha potuto udire una lezione di ... storia, cronologicamente a ritroso, verso le origini della nascita del concerto solista.
Si è incominciato, dopo la presentazione di Giovanna Colombo e dell'assessore alla cultura Umberto Silvestri, con il
Concerto per arpa di Handel, del 1736, eseguito dalla giovanissima Lucia Foti. Giovanissima
ma, esecutivamente e stilisticamente, già perfettamente sicura di sé,
in questo che era il suo esordio in un concerto con l'orchestra.
L'arpista ha poi eseguito, fuori programma, la suggestiva e virtuosistica
Rapsodia per arpa solista di Marcel Grandjany, composta nel 1921, passando dalla rievocazione handeliana dei cantori della Grecia antica alle sonorità liquide postimpressioniste.
Il programma è proseguito con il
Concerto per flauto, oboe, fagotto e archi "La tempesta di mare" di Vivaldi, composto intorno al 1720. Un pezzo nel ben noto stile "a programma" del veneziano, nel quale il trio di fiati solisti, il flautista Pier Angelo Prandoni, l'oboista Claudio Balletti ed il fagottista Danilo Zaffaroni, ben conosciuti dal pubblico dell'orchestra Haydn, si sono divertiti in questo brano tra onomatopeico e coloristico, per nulla drammatico.
Dal canto nostro, abbiamo immaginato sì una tempesta di mare, ma vista stando ben al sicuro in terraferma, magari da un'osteria di Torcello con un'ombra de vin davanti. Chissà...
Un ulteriore passo indietro (cronologico) nella storia della musica lo abbiamo fatto con il
Concerto grosso per archi Op.6 n.4 di Corelli, del 1714. In realtà, questo autore appartiene ad una generazione precedente rispetto a quella di Handel e Vivaldi. I suoi
Concerti grossi rappresentano un passaggio fondamentale per l'evoluzione della musica strumentale, che sfocerà qualche decennio dopo nel concerto solista. L'impegno, concettuale prima ancora che tecnico, è stato ben evidenziato dalla particolare concentrazione con la quale l'orchestra, costituita da esecutori ormai ben affiatati sotto la direzione cordiale - ma sempre attenta - del Maestro Balleello, ha affrontato la partitura, contrapponendosi nel gioco virtuosistico ai due violini e al violoncello del "concertino".
Infine, la serata si è conclusa nella solarità di due pezzi per tromba, eseguiti in modo smagliante dal solista Paolo Russo. Il giubilante stile handeliano, con la sua luminosità senza ombre, non toccata dalle angosce della vita reale, è riecheggiato tra le volte della basilica nel primo brano, costituito da una piccola ma solenne Suite handeliana (i brani centrali hanno in realtà una paternità incerta), pubblicata senza autorizzazione dell'autore solo nel 1737. Apocrifa o meno che sia questa Suite, pensiamo che una riscoperta di Handel, musicista noto, ma in Italia troppo spesso schiacciato nella pratica concertistica dal suo ingombrante coetaneo Bach, sarebbe ormai auspicabile. Il secondo brano, il
Concerto per tromba, archi e basso continuo di Torelli, è il più antico tra quelli nel programma, essendo precedente al 1700. Antico, veramente
barocco nei suoi bizzarri salti di umore, ma anche moderno, nella brevità dei suoi concentratissimi tre movimenti. E anche questa volta, il Maestro Balleello ha saputo scegliere il passo giusto per rendere pienamente merito a questa varietà di stati d'animo, dal giubilante all'elegiaco, al finale lievemente danzante. Ascoltando le sue direzioni d'orchestra, ci è spesso venuto in mente, parafrasando Aristotele, che ogni brano ha il tempo che si merita...
Come bis, è stato ripetuto il primo tempo del Concerto corelliano, in maniera se possibile ancora più veloce della prima volta. Alla fine, i calorosi applausi del pubblico hanno salutato i solisti tutti insieme, il direttore e gli orchestrali. Applausi convinti tributati anche dall'assessore alla cultura Umberto Silvestri, che a fine concerto ha affermato , dopo le parole incoraggianti della presentazione,: "Legnano ha una grande tradizione musicale orchestrale. Non fa eccezione l'Orchestra Haydn diretta dal maestro Balleello. Stasera abbiamo assistito ad una grande esecuzione dove i giovani orchestrali, hanno espresso il meglio e ci hanno fatto scoprire il Barocco. Una menzione speciale va alla giovanissima Lucia Foti. Una news: l'ultimo concerto dell'Orchestra, sarà eseguito nel nuovo Teatro Citta di Legnano – Talisio Tirinnanzi". Abbiamo intervistato, in chiusura della splendida serata, anche l'enfant prodige, Lucia Foti, che con la sua disarmante semplicità e sicurezza, si è staccata da Mamma Rina, papà Bruno e fratellino Michele [... lei mi disturba quando studia e non riesco a fare i compiti] ed ha affermato "E' stata un'esperienza straordinaria. Suonare con l'orchestra ti comoleta. Spero di continuare in questa direzione. Il pubblico di Legnano è stato veramente gentile con me". Lucia si è riferita ai quasi tre minuti di applausi convinti che le sono stati tributati, oltre gli altrettanti cinque destinati all'orchestra e al Maestro Balleello.
Forse, il barocco non è davvero una cosa noiosa.
Massimo Sacchi con interviste di
Enzo Mari.
Galleria fotografica a cura di Alessandra Faiella
Orchestra da camera della città di Legnano Franz Joseph Haydn
sito web: www.orchestralegnano.org
e-mail: orchestralegnano@alice.it