Il prossimo concerto dell'Orchestra da camera della Città di Legnano "Franz Joseph Haydn"
si terrà sabato 9 novembre 2019 alle ore 21 presso il Teatro Città di Legnano “Talisio Tirinnanzi” in Piazza IV Novembre a Legnano.
Programma:
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Marcia in Re maggiore K.249
Serenata no.7 in Re maggiore K.250 (248b) “Haffner”
Luca Torciani, Violino
Daniele Balleello, Direttore
Dall'introduzione al concerto, a cura di Massimo Sacchi:
Riprende,
dopo un breve periodo d’interruzione, l’attività della nostra
orchestra. E riprende dal punto nel quale l’avevamo lasciata,
ovvero dall’esecuzione integrale delle Serenate della maturità di
Mozart (cioè quelle comprese tra la K.239 e la K.525). È nostra
ferma convinzione che questo modo di correlare i programmi permetta
di compiere un percorso culturale molto più proficuo rispetto
all’ascolto di lavori isolati e staccati dal contesto del genere
musicale di appartenenza o dall’evoluzione creativa del proprio
autore. Quarto appuntamento di questo percorso, dopo avere in
precedenza presentato la «Gran Partita K.361», la «Serenata
Notturna K.239» e la «Posthorn K.320», sarà l’imponente
«Haffner K.250», la più lunga di tutta la serie, contenente non
meno di otto movimenti, e dalla durata superiore ai cinquanta minuti.
Abbiamo
però scelto, per cominciare il concerto, di compiere una piccola
operazione filologica (ci si permetta l’immodestia), ovvero di far
precedere la serenata dalla Marcia
K.249,
una combinazione che, sebbene non sia inusuale in sede discografica,
è di raro ascolto in sala da concerto. In realtà, questo pomposo
brano in ritmo puntato, della durata di pochi minuti (Maestoso
in 4/4), fu composto frettolosamente da Mozart – alla vigilia del
giorno della prima esecuzione - proprio per servire da movimento
introduttivo alla serenata. Venne poi espunto dalla partitura dal suo
stesso autore, e lo stesso accadrà – ad esempio – anche per le
due «Marce K.335» nei confronti della serenata «Posthorn». La
presenza di brevi marce era stata fino ad allora pratica usuale nella
musica mozartiana da eseguirsi en
plein air,
che si trattasse di serenate, cassazioni, o notturni. Esse venivano
suonate dagli orchestrali al loro comparire, tutti in fila, nel luogo
di esecuzione, e poi di nuovo mentre se ne allontanavano alla fine
del brano. Un piccolo spettacolo nello spettacolo!
Il
brano principale della serata, la Serenata
K.250 (248b) “Haffner”,
porta
questo nome perché fu composta per festeggiare le nozze di Elisabeth
Haffner, figlia del borgomastro di Salisburgo, amico di papà
Leopold, ed eseguita nel corso dei festeggiamenti che precedettero la
cerimonia, avvenuta il 22 luglio 1776. Per non ripeterci, avendone
già parlato nelle presentazioni degli anni precedenti, non ci
dilungheremo molto sui caratteri generali delle serenate mozartiane.
Diremo solo che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, per il
Mozart del periodo salisburghese, le “serenate” erano
composizioni più importanti e prestigiose rispetto alle sinfonie.
Importanti, prestigiose e … più remunerative, venendo scritte
dietro specifica richiesta da parte di committenti spesso facoltosi.
Qualche anno dopo, il nostro autore, improvvisatosi libero artista,
uno dei primi della storia della musica, non incontrerà altrettanta
fortuna con le sue “accademie” a pagamento viennesi (nelle quali
noleggiava a sue spese il teatro, organizzava il concerto, lo suonava
lui, e teneva gli incassi … andando incontro al dissesto economico
nel giro di poco tempo).
Venendo
allo specifico della serenata “Haffner”, se ne noterà
innanzitutto la ricchezza dell’organico orchestrale, comprendente
gli archi (con un violino concertante nei movimenti dal secondo al
quarto), i fiati (2 oboi, 2 trombe, 2 flauti, 2 fagotti, 2 corni, in
varie combinazioni), e i timpani ad
libitum:
come detto in altra occasione, le serenate, soprattutto le parti
centrali dei “minuetti”, ma non solo, erano per Mozart uno dei
campi prediletti per la sperimentazione di impasti strumentali e di
nuove sonorità. Molto interessante è anche la struttura del brano,
che include, dopo l’Allegro
molto
introduttivo, tre movimenti – tutti in tonalità di Sol - che
potrebbero essere considerati come una sorta di piccolo concerto per
violino solista racchiuso nel guscio della serenata. Si tratta in
realtà di una pratica, definita “concerto intercalare”, che è
presente anche nelle altre serenate mozartiane di ampie dimensioni
scritte nel periodo salisburghese (la Andretter
K.185 e la Colloredo
K.203). Ed è stato ipotizzato che il ruolo del violino solista, in
tutti questi casi, potesse essere stato tenuto proprio dall’autore,
che fu anche il primo esecutore della maggior parte dei suoi concerti
per pianoforte. Nella successiva serenata Posthorn,
l’ultima a contenere un concerto intercalare (in due movimenti), i
solisti saranno invece il flauto e l’oboe. La Haffner
rappresenta in ogni caso, insieme alla sunnominata Posthorn,
il culmine e l’apoteosi di un certo modo di far musica, spensierato
e diretto, giunto in questi brani alla sua estrema perfezione. Il
ripiegamento cameristico e le più contenute dimensioni delle quattro
serenate successive sembrano a noi indicative di un ripensamento e di
un riposizionamento del genere “serenata” e della musica
all’aperto, che - probabilmente nella consapevolezza stessa di
Mozart - si avviava al suo rapido tramonto. Dopo, saranno possibili
solo le rivisitazioni, le rievocazioni di un’epoca irripetibile
ormai lontana, talvolta in chiave nostalgica, come nel Beethoven
della Ottava
sinfonia,
in Brahms o in Stravinsky, talaltra in chiave ironica, come in
Debussy (ma in fondo l’ironia può essere un modo per prendere le
distanze proprio dalle tentazioni nostalgiche).
... Clicca qui per proseguire la lettura delle note estese di introduzione al concerto.
Orchestra da camera della città di Legnano Franz Joseph Haydn
sito web: www.orchestralegnano.org
e-mail: orchestralegnano@alice.it
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